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Democrazia e buon governo: Cinque tesi democratiche nella Grecia del V secolo a.C.

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Gianfranco Mosconi

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Collana "Hellenika. Studi di storia greca"

ISBN 978-88-7916-985-1 - 15 x 22 cm - 2021 - pp. 232

Ogni democrazia, antica o moderna, subisce la tensione fra due diversi principi. Il primo è quello egalitario: è giusto che tutti i membri della comunità abbiano eguale diritto di contribuire alle decisioni comuni. Il secondo principio è quello secondo cui i regimi sono giusti solo se assicurano il bene comune (un’idea valida anche per un democratico): dal che deriva che è giusto che decidano per tutti solo i più capaci, necessariamente pochi. Scopo di questo saggio è ricostruire le argomentazioni con cui, nel mondo greco del V secolo a.C., i sostenitori della democrazia rivendicarono la validità della democrazia come forma di governo non solo ‘giusta’, ma soprattutto ‘capace di ben governare’: contro quella tradizione antidemocratica secondo cui il buon governo non poteva essere realizzato da un regime in cui il voto di un falegname, di un ciabattino, di un rozzo contadino, pesasse quanto quello di un membro delle élites. Quasi sempre i testi a nostra disposizione ci offrono solo rapidi accenni, minimi frammenti argomentativi: ma questi frammenti, messi l’uno accanto all’altro, rivelano una intima e inaspettata coerenza reciproca. Emergono così cinque ‘tesi democratiche’, fra loro interconnesse: il che conferma l’esistenza, nel mondo greco, di una ‘teoria democratica della democrazia’ volta a mostrare come il governo dei molti sia più efficace che il governo dei pochi ‘migliori’ (o sedicenti tali). Nello stesso tempo, si manifestano sorprendenti e illuminanti consonanze con il pensiero politico moderno e contemporaneo: perché, anche a distanza di millenni, problemi teorici simili conducono ad argomentazioni necessariamente simili.

Gianfranco Mosconi (1974) è docente a contratto di Storia Greca (Università di Cassino e del Lazio Meridionale e Università della Tuscia); insegna Lettere Classiche nel Liceo ‘F. Vivona’ di Roma. Si è occupato in particolare della democrazia ateniese di età periclea e delle sue connessioni con musica ed educazione, economia e strategia militare; di struttura e significato dell’Atlantide di Platone e delle sue riprese successive; di musica e filosofia in Polibio; di pensiero politico romano.

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Introduzione

1. IL DILEMMA DELLA DEMOCRAZIA. GIUSTIZIA VS. EFFICIENZA, EGUAGLIANZA DI DIRITTI VS. CAPACITÀ INDIVIDUALI
1.1. La tensione fra eguaglianza ed efficienza – 1.2. Qual è una decisione politica ‘giusta’? Ciò che è deciso a maggioranza o ciò che giova al bene comune?

2. L’ATTO D’ACCUSA. IL DEMOS NON SA GOVERNARE
2.1. Il demos non sa governare e, per il bene di tutti, non deve governare – 2.2. Non sa governare perché assolutamente incapace di apprendere e ragionare – 2.3. Non sa governare perché, anche se potenzialmente capace di apprendere, privo del tempo necessario – 2.4. Non sa governare: infatti non sa gestire neppure i propri beni – 2.5. A prescindere dalle sue capacità, il demos, in quanto povero, ha poco da perdere e quindi dovrebbe aver poco su cui decidere.

3. TRE TESI DEMOCRATICHE SULLA COMPETENZA DEL DEMOS. I CITTADINI COMUNI SONO MENO COMPETENTI DEI MIGLIORI MA DECIDONO MEGLIO
3.1. Difendere la democrazia sul piano argomentativo: una necessità – 3.2. La prima tesi democratica: l’orgoglio intellettuale acceca, la consapevolezza dei propri limiti rende più equilibrati nel giudizio – 3.3. La seconda tesi democratica: proporre e scegliere sono due capacità diverse, e le scelte migliori le fa il demos – 3.4. Il processo decisionale come somma di proposta e scelta: da Omero alla democrazia ateniese di IV secolo – 3.5. La terza tesi democratica. Dal contributo di tutti viene la soluzione migliore – 3.6. Prima di Aristotele: la ‘terza tesi democratica’ nel dibattito pubblico ateniese di V secolo.

4. ALTRE DUE TESI DEMOCRATICHE SULLA COMPETENZA DEL DEMOS. TUTTI SONO SUFFICIENTEMENTE COMPETENTI (PER POLITICA O PER NATURA)
4.1. La democrazia stessa fornisce a tutti la competenza necessaria per partecipare alla vita politica – 4.2. «La tribuna degli Ateniesi è stata il mio maestro» – 4.3. Ingannare il demos: la logica di una accusa apparentemente illogica – 4.4. In democrazia basta una competenza essenziale, che è per definizione alla portata di tutti.

5. NON COSÌ INCOMPETENTI. LE AMMISSIONI DEI DETRATTORI DELLA DEMOCRAZIA
5.1. Dalle teorie ai ‘fatti’ concreti. Ma quali fatti? Qualche riflessione – 5.2. Le ammissioni del Vecchio Oligarca – 5.3. Il caso della spedizione in Sicilia: la palinodia di Tucidide.

Riferimenti bibliografici

Indice dei passi discussi

Indice dei nomi e delle cose notevoli


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